Quando, cinque anni fa, Bella Thorne — attrice e cantante diventata famosa su Disney Channel — annunciò il suo arrivo su OnlyFans, il risultato fu sorprendente: secondo quanto riportato, la star incassò un milione di dollari in 24 ore. Un record che fece notizia non solo per la cifra, ma per la narrazione che sottendeva: la trasformazione del sex work in un’economia digitale personalizzata, capace di remunerare a colpi di microtransazioni, messaggi privati e contenuti su richiesta.
Questa inchiesta esplora come OnlyFans sia diventata, dopo il Covid, la piattaforma simbolo di un mercato che mescola intime relazioni simulate, intrattenimento a pagamento e una filiera industriale di creator, agenzie e tecnologie. Bella Thorne è il caso-esca che rende evidente un fenomeno più vasto: la piattaforma non solo ha creato superstar, ma ha anche esposto fragilità, contraddizioni e rischi per chi decide di vendere la propria sessualità online.

Il caso Bella Thorne: record, reazioni e retromarcia
L’annuncio via Instagram della giovane star attirò un’ondata di abbonamenti e acquisti extra che, per logica di marketing e curiosità, generò il milione in poche ore. Le reazioni furono immediate: da un lato la sorpresa e il dibattito pubblico, dall’altro critiche e aspettative sulla natura dei contenuti offerti. Thorne stessa dovette fare marcia indietro e scusarsi pubblicamente quando emerse che non aveva caricato nulla di particolarmente esplicito: la grande massa di utenti aveva comprato per il «desiderio» e la promessa, più che per il prodotto concreto.
Il fenomeno non è rimasto un unicum: esempi più recenti — come il caso citato di Lil Tay — hanno spostato l’asticella, dimostrando che le performance economiche sono dettate da attenzioni sociali, annunci virali e, spesso, dall’effetto di massa al debutto.
OnlyFans oggi: numeri e modello di business
OnlyFans è nata nel 2016 e, nel giro di pochi anni, è diventata il luogo di riferimento per milioni di creator e centinaia di milioni di fan. I numeri citati nell’inchiesta parlano di oltre 4 milioni di creator, circa 300 milioni di utenti e un fatturato che si aggira su cifre miliardarie. La piattaforma trattiene una commissione attorno al 20% per ogni transazione, un modello che ha permesso a OnlyFans di evitare dipendenze pubblicitarie e di crescere per transazioni dirette tra creator e fan. Nel 2023, si legge, la piattaforma avrebbe pagato ai creator oltre 5,3 miliardi di dollari.
Un altro elemento rilevante: la proprietà e le trattative finanziarie. L’attuale proprietario, indicato nelle ricostruzioni come Leonid Radvinsky, è stato al centro di voci su possibili valutazioni e cessioni multimiliardarie che testimoniano l’attrattività — e la speculazione — attorno al business.
Come funziona la “fabbrica” dei contenuti: abbonamenti, extra e personalizzazione
La rivoluzione di OnlyFans sta nella capacità di monetizzare il rapporto diretto tra creator e utente. La struttura base è semplice: un abbonamento mensile che dà accesso a contenuti esclusivi, poi i micro-acquisti — foto private, video su richiesta, chat a pagamento — che costituiscono la fetta più consistente dei ricavi.
Tra i servizi più richiesti spiccano la cosiddetta girlfriend experience (contenuti che simulano una relazione affettiva), video personalizzati, e servizi più estremi come il cosiddetto dick rating. La personalizzazione è il valore aggiunto: l’utente paga per sentirsi visto, ascoltato, “scelto”. Per alcuni questo diventa un lavoro vero e proprio; per altri una dipendenza. I creator possono affidarsi a vere e proprie agenzie che gestiscono il calendario editoriale, produzione e messaggistica, trasformando il processo in un’attività semi-industriale.
Creators: storie di successo e costi umani
Non tutti i creator raggiungono cifre da capogiro. Nell’ampia massa, pochi diventano superstar; molti — dopo un periodo di attività — abbandonano la piattaforma per stanchezza, pressioni o ritorni reputazionali negativi. Dalle testimonianze riportate emergono profili diversi: ci sono autrici come Elettris (Elettra Arazatah), che riescono a costruire un reddito stabile delegando alcune attività, e ci sono casi limite che raccontano il rovescio della medaglia: creator che perdono privacy, subiscono stigmatizzazione o vedono i propri contenuti oscurati da un giorno all’altro.
Le medie di guadagno non sono entusiasmanti per tutti: la cifra media citata in alcune analisi è dell’ordine di qualche centinaio di dollari al mese per l’utente medio che “ci prova”. La pressione a creare contenuti sempre più trasgressivi può portare a burnout, a perdita di relazioni personali e a difficoltà lavorative fuori dalla piattaforma.
Rischi, regolamentazione e controversie
OnlyFans ha tentato di introdurre regole più stringenti in passato (nel 2021 annunciò un divieto ai contenuti sessualmente espliciti, poi ritrattato dopo le proteste), ed è stata multata dalle autorità britanniche per problemi legati alla verifica dell’età degli utenti e alla comunicazione sulle procedure di controllo. La piattaforma utilizza sistemi di verifica — caricamento di documenti e, in alcuni mercati, tecnologie di riconoscimento facciale — e dichiara di avere un team di moderazione numeroso per controllare account e contenuti. Tuttavia, rimangono problemi: account oscurati, informazioni errate, e il rischio concreto che contenuti non consensuali o materiali sensibili circolino fuori controllo.
Un altro rischio sociale è quello del revenge porn e della diffusione di immagini non consensuali, fenomeni che la disponibilità di piattaforme e la cultura del sharing contribuiscono a rendere più probabili.
L’impatto sulla sessualità: mercato, immaginario e normalizzazione
La sociologia dietro OnlyFans è complessa. Secondo esperti citati nell’inchiesta, la piattaforma ha contribuito a normalizzare il consumo di pornografia come esperienza quotidiana e a trasformare la sessualità in un prodotto. Questo ha effetti sull’immaginario — con la creazione di aspettative irrealistiche — e sulla carriera personale di chi decide di mostrarsi. Per alcuni giovani, diventare creator appare oggi un’“opportunità sociale” più visibile di altre strade tradizionali di successo; per altri significa perdere opportunità future a causa di uno stigma persistente.
Accanto all’aspetto economico, gli studiosi sottolineano anche la trasformazione delle relazioni intime: più simulazione che esperienza reale, con possibili ripercussioni sulla capacità di costruire legami autentici.
Alternative e nuove frontiere: oltre OnlyFans
Il mercato evolve: siti come Chaturbate e molte altre piattaforme di streaming live offrono modelli diversi, a volte gratuiti per l’utente ma con sistemi di mance e premi che funzionano come micro-pagamenti. Anche l’intelligenza artificiale comincia a essere usata per creare contenuti personalizzati che imitano preferenze specifiche, aprendo nuovi scenari etici e legali.
entrare in OnlyFans richiede consapevolezza
La storia di Bella Thorne mette in luce due facce dello stesso fenomeno: il lato spettacolare dei guadagni rapidi e il lato oscuro della mercificazione dell’intimità. Entrare in OnlyFans può significare guadagni reali ma anche esposizione, stress e conseguenze a lungo termine. Per chi decide di provare, la regola di base resta la stessa: capire il modello economico, proteggere la propria privacy, informarsi su regole e tutele e valutare se il gioco vale la candela — non solo in termini economici ma anche personali e reputazionali.





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